Thomas Bormolini: "Non sono riuscito a dare il massimo, devo migliorare i finali di gara"

Sport invernali

Migliorare l’ultimo giro, quando c’è da dare il tutto per tutto e finalizzare quanto fatto prima con gli sci e al poligono. E’ questo il desiderio del biathleta livignasco Thomas Bormolini che ha chiuso una stagione soddisfacente “solo a metà”. Dopo un avvio di spessore, con un 13° posto nella sprint di Ostersund in Svezia e dopo aver contribuito al 3° posto della staffetta, Thomas ha sempre messo in mostra un’ottima mira al poligono e anche un ottimo ritmo sugli sci. Il tallone d’Achille dell’atleta livignasco sono gli ultimi minuti di gara dove arriva stremato perdendo quei 20” o 30” che fanno la differenza tra un piazzamento nella top10 o top15 e uno intorno alla 30esima piazza. Thomas, sei soddisfatto della tua stagione? <<Diciamo.. NI. Ci sono stati sicuramente degli aspetti molto positivi ma per crescere ancora è giusto lavorare sugli aspetti negativi. Quel che mi è mancato è stata la brillantezza, sento di non essere riuscito a mettere in gara il massimo delle mie potenzialità>>. Cosa ti è mancato? <<Riuscire a dare il 110 per cento in tutti e 30’ i minuti di gara>>. La partenza è stata proprio “sprint”. <<Si, sono partito fortissimo con una gran gara e il 13° posto (migliore degli italiani ndr) in Svezia all’esordio alla quale ha fatto seguito, due giorni dopo, un fantastico 3° posto con la staffetta maschile. Poi si sono susseguiti alti e bassi ma non sono più riuscito ad entrare nei 15, attestandomi al massimo intorno al 25/30 posto>>. Hai analizzato la situazione? <<Si, c’è di bello che so quel che manca. Mi mancano gli ultimi 7/8 minuti di gara dove arrivo allo stremo perdendo tanto, troppo, terreno dai primi. Al poligono, invece, mi sono ormai attestato a grandi livelli di precisione. So dove devo lavorare, non sarà facile ma parto da una base concreta. A 28 anni non è che posso inventarmi nulla, devo limare quei 20” secondi che mi separano da un ottimo posto ad un posizione un po’ così>>.  Ai Mondiali di Anterselva, in casa, non sei riuscito ad esprimerti ai tuoi livelli. <<Gareggiare in casa, col pubblico a spingerti è stata comunque una bellissima esperienza ma è innegabile che abbia disputato un mondiale anonimo, senza acuti. Peccato, ma sono arrivato ad Anterselva non al top della condizione>>. Come vedi il movimento del biathlon giovanile. Ci sono talenti pronti a dare il cambio? <<Sia in Italia che in Valtellina ci sono giovani molto forti e talentuosi, ci sono dei nati nel 2000 molto promettenti. Per noi che siamo in nazionale da alcuni annetti è uno stimolo aver dietro altri che spingono. Dobbiamo avere pazienza, loro devono lavorare con impegno ma sono motivati e forti, li aspettiamo>>. Desideri per l’anno prossimo? <<Puntare a trovare la soluzione per i finali di gara, ci sto lavorando e ci lavorerò con tutte le mie forze, ho tante motivazioni>>.